Strada del vino Valtellina

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La Strada del Vino con la bici - GIORNO 1

 

DETTAGLI DELL'ITINERARIO

Partenza/Arrivo: Tirano/Ardenno
Lunghezza: 67 km
Tempo: 2 giorni (con visite agli associati)
Tipologia di strada: strada carrabile secondaria
Difficoltà: bassa
Panorama: 4 stelle
Quando andare: primavera, estate, autunno, ma anche inverno nelle giornate di sole

 

La Strada del Vino si trova a mezza costa e scorre più o meno parallela alla statale 38 che percorre in modo longitudinale tutta la Valtellina.

 

PARTENZA

Tirano, piazza delle stazioni (FS e Ferrovie Retiche - parcheggio libero nel piazzale retrostante)

Tirano – Villa di Tirano (3 km)
Percorro il Viale Italia alberato in una bella giornata di fine estate dal cielo terso e l'aria tiepida. E' la strada principale che collega il centro di Tirano alla frazione di Madonna, famosa per la Basilica e la sua piazza che ogni giorno è attraversata dal trenino rosso del Bernina che porta a St. Moritz, in Svizzera. Mi lascio alle spalle il Santuario, attraverso il ponte sul fiume Poschiavino e subito dopo, sulla destra, imbocco la strada della contrada "Ragno" che, con una piccola salita di qualche metro, mi porta sulla panoramica che scorre lungo i filari delle viti di Nebbiolo.

Mi fermo a fare colazione alla Contrada Beltramelli, o, in alternativa, per chi volesse iniziare da qui, può pernottare in una delle 5 bellissime camere dall'eleganza del tempo di una volta.
La contrada è un progetto di un gruppo di ragazzi che ha ridato vita ad alcuni ruderi ricavandone un ristorante tipico con le sale a volta, 5 camere con vasche e docce in sasso , 7 cantinette collegate e a disposizione per aperitivi e degustazioni (nell'ultima ci sono i salumi appesi e le forme di formaggio a stagionare) e una sala meeting con vista sulle montagne. Nella bella stagione si può stare nei tavoli della corte. La colazione è servita con prodotti tipici: affettati, formaggio, yogurt con la frutta fresca della Latteria di Chiuro, succo di mela della valtellina, cornetti freschi, biscotti..

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Villa di Tirano – Bianzone (4 km)
Proseguo lungo la via per qualche km passando attraverso piccoli nuclei di case, ville storiche e meleti fino a scorgere, dopo una curva, l'incantevole borgo di Bianzone. Mi addentro con la bici seguendo le indicazioni per la Trattoria e locanda Tipica Altavilla.

Anna, la proprietaria, nonchè espertissima di vini Valtellinesi - e lo si capisce dalla sua cantina – accoglie i suoi ospiti con grande cordialità e professionalità. Nel suo ristorante, con veranda, ci sono tutti i piatti della tradizione con rivisitazioni innovative. Sopra al locale ci sono 14 camere appena rinnovate. Anna vi darà informazioni molto utili su cosa visitare e assaggiare!

Riprendo la strada, seguendo le indicazioni dei cartelli con il nostro logo e punto l'imponente chiesa di Bianzone.

Appena prima, sulla destra, ecco la torretta in sasso che da il nome all'azienda agricola biologica LA TORRE di Marcel Zanolari.
Mi accoglie nella sua cantina dove mi fa assaggiare un bianco sperimentale biodinamico. Ha ereditato la tenacia e il rispetto per questa terra complicata dal padre e mi mostra orgoglioso i vigneti ben curati a ridosso della cantina. Lo sguardo si perde tra i terrazzamenti fino a intravedere un'altra cantna vinicola e la sua tenuta immersa nel verde dei vigneti: La Gatta.
Per generazioni la famiglia Triacca, di origini svizzere, ha coltivato queste vigne e esportato il vino in Svizzera. La tenuta è meravigliosa, nel piano inferiore custodisce la barricaia, all'esterno si possono percorrere due sentieri a piedi nei vigneti. Le degustazioni si svolgono in una gradevole saletta con vista sulla veranda esterna.

Bianzone – Boalzo – Tresenda (3 km)
Dalla Gatta percorro una salita di circa 300 mt, attraverso vigneti, meleti e boschi per poi ridiscendere, passando in mezzo al piccolo paese di Boalzo, sulla ss 38. E' necessario percorrrere solo qualche metro sulla Statale (oppure sul marciapiedi) per riprendere la stupenda strada panoramica che da Tresenda porta a Teglio.

Tresenda – Teglio (questo tratto, lungo 7 km è tutto in salita, ma è quasi completamente costeggiato dai vigneti e offre una vista spettacolare sul fondovalle)
Dopo qualche tornante, tra i filari, intravedo Matteo che mi saluta con la mano. Sono nel regno del Valgella, la sottozona di produzione del Valtellina Superiore Valgella. Questo nome deriva dal temine dialettale "valgel", ruscello che dalle Alpi scende al fondovalle.

Sta tagliando l'erba tra le sue vigne di nebbiolo, a giropoggio, che ha appena acquistato e sistemato. La sua azienda agricola, in cui ci sono anche il padre e il fratello, si chiama Barbacàn e producono vino naturale.

La salita inizia a farsi sentire, a destra scorrono i muretti a secco che sostengono i terrazzamenti e poco dopo intravedo il piccolo cartello che indica la palestra di arrampicata di Castelvetro: una delle  mie preferite in Valtellina, vie per tutti i gusti! Basta salire qualche gradino in sasso tra i castagni per farsi stupire dall'imponente parete rocciosa della falesia.
Dopo circa 40 minuti di pedalata molto lenta eccomi nella patria del pizzocchero: Teglio.

Mi aspetta Fabio che mi fa accomodare nella veranda del suo storico albergo e ristorante Combolo, nella piazza del paese. Mi sembra di essere in villeggiatura! Tutti si fanno servire i pizzoccheri, rigorosamente fatti a mano e filanti di formaggio, direttamete dalla pirofila nel piatto caldo. La ricetta dell'Accademia del Pizzocchero è scritta sul retro della cartolina che ricevo in omaggio. La saletta interna a volta, detta del camino, è adibita a degustazioni di vini locali. Ci sono numerosissime etichette valtellinesi, tra cui quelle esclusive del Combolo, fatte realizzare appositamente da una cantina del territorio.

Teglio- Ponte in Valtellina – deviazione per Chiuro (11 km)
Finalmente riparto con la pancia piena e felice di sentire il vento tra i capelli mentre scendo tra i tornanti verso le cantine storiche di Chiuro.
Il paesaggio si apre a ovest verso la valle, sento il profumo del fieno appena tagliato, il mosaico dei terrazzamenti arriva fino al fondo valle. Scorgo dei campi di segale fitti di fiorellini bianchi.
Prima di Ponte in Valtellina seguo le indicazioni per Chiuro, è una piccolissima deviazione per incontrare alcuni dei produttori storici della nostra valle.

Vado nella cantina Balgera, mi accolcono cordialmente padre e figlio.  Andrea, che ha solo 22 anni ma lavora già in azienda da qualche anno, mi accompagna nelle cantine per spiegarmi la storia di famiglia: la barricaia è appena stata sistemata e offre degli angoli molto suggestivi, mentre la cantina è molto ampia e le botti antiche di legno mi sembrano enormi! Nella saletta degustazione ci sono dei clienti che vorrebbero acquistare delle annate molto vecchie..lascio lavorare i miei accompagnatori!

Chiuro ha davvero un centro storico affascinante, con le sue stradine strette e i ciotoli, nasconde scorci suggestivi e corti di dimore piene di storia.

Proprio in una di queste stradine si trova l'ingresso della storica e famosa cantina Negri. Un palazzo storico imponente nelle cui fondamenta si snodano infinite e labirintiche cantine che portano all'uscita su un'altra via. E' impressionante il numero di botti e di barriques e la storia di questa casa vinicola che vi accompagnerà lungo tutto il percorso e durante la degustazioni di vini eccezionali.
Visto che sono molto vicina vado a trovare a piedi Francesco che mi fa vedere la sua cantina Az. Agricola Folini con un entusiasmo travolgente. Insieme al supporto del papà ha iniziato a produrre vino, ha sistemato casa, creando un agriturimo ed è un vulcano di idee.

Ponte in Valtellina – Tresivio (4 km)
Proseguo per riprendere la strada verso Ponte in Valtellina e fermarmi dai Dirupi, due ragazzi imbattibili per audacia e creatività, che hanno aperto la loro cantina in un bellissimo palazzo storico, concesso dal comune. Impossibile non farsi contagiare dal loro entusiasmo nella filosofia di produzione del loro vino, in parte biologico.

La panoramica prosegue dolcemente tra meleti e vigneti fino a quando, dopo una curva, mi appare il paese di Tresivio. Ogni volta mi stupisce il fatto che mi ricordi un presepe, così carino e abbarbicato su un piccolo promontorio che si affaccia sulla valle.

E' quasi ora del tramonto e qui, in un bellissimo caseggiato del 500, si trova il Jom bar: il re degli aperitivi. Il piano terra e la parte esterna è adibita al pre e dopo cena (i cocktails sono favolosi e infiniti!), mentre al piano superiore c'è il ristorante. Inutile dire che anche in quanto a selezione di vini locali non scherza.

Le mie ultime tappe sono a qualche km di strada, sempre molto piacevole e tra attrazioni che meritano una visita: sulla destra, sospesa e completamente circondata dalle vigne, spicca il Santuario della Santa casa. E' davvero imponente e non si può non notarla. Merita uno scatto ricordo!

Tresivio – Poggiridenti (la via panoramica dei castelli) 2 km
A Poggiridenti, avvolto dalla luce dorata del sole che sta scomparendo dietro le cime delle Alpi, ecco l'Hotel dove mi fermerò a dormire. Una vera e propria terrazza sui vigneti che in questa zona producono il Valtellina Superiore Inferno. Il nome deriva dal poco spazio vitale ricavato tra le rocce, che in estate raggiungono temperature molto elevate, per pochissime piante di vite!

Ogni camera del Wine Hotel Retici Balzi (in tutto sono 11) è dedicata a un vino di un produttore valtellinese. La mia è quella dello Sforzato: su una parete è appesa la gigantografia di un fruttaio – il luogo in cui vengono fatte appassire le uve in inverno per essere trasformate in Sforzato - e ha una vasca con vista sull'incantevole Castel Grumello!
Dopo essermi rigenerata mi reco al ristorante il Poggio che si trova pochi metri sotto l'Hotel. Un'altra terrazza panoramica sui vigneti e il profumo di carne alla brace che accoglie all'ingresso. Non posso che prendere il famoso tzigoiner, uno spiedo su cui sono arrotolati degli straccetti di carne di manzo e cotto sulla brace, con un ottimo bicchiere di nebbiolo valtellinese.

E così finalmente posso rilassarmi e guradare le luci nel fondovalle e sul capoluogo che si accendono e la natura che poco a poco cede spazio all'ombra della sera.

Buona notte!

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